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La Luna e il Centauro

di Gigi Donelli

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9 ottobre 2009


Una missione ispirata a Jules Verne con un finale ancora tutto da scrivere. Lo spettacolare impatto del razzo Centauro – di fatto il serbatoio di un missile – che ha raggiunto puntuale l'appuntamento con il polo sud lunare dopo un tortuoso viaggio di cento giorni nello spazio, non è andato esattamente come ci si aspettava.

La colonna invisibile
Seguito a quattro minuti di distanza dalla navicella Lcross, che ci regalato impressionanti riprese ravvicinate del profilo butterato della Luna fino a quando è andata a sua volta a schiantarsi, dal Centauro, un cilindro di tre metri d'altezza e duemila chili di peso, la Nasa si aspettava un lampo e l'espulsione di un cono di detriti a due chilometri d'altezza. I calcoli erano stati fatti e rifatti all'Ames center in California cui fa capo la missione e, addirittura, erano stati invitati numerosi gruppi di astrofili lungo la costa orientale degli Stati Uniti per godersi lo spettacolo della polvere di Luna che brilla nei raggi di sole.

18 telescopi e Hubble
Quello che sembrava ragionevole sulla Terra non è però accaduto. La telecamera di bordo della navicella Lcross ha mostrato il tuffo verso la Luna fino a quando ne è stato in grado, ma nessuno ha potuto vedere nelle immagini un segnale diretto dell'effetto dell'impatto. Il cratere Cabeus era come sempre immerso nell'ombra e il Centauro, vistro dalla telecamera di bordo, sembrava inghiottito dal nostro satellite naturale. Ora si deve attendere l'analisi delle immagini raccolte dalla batteria di telescopi puntati sullo spettacolo lunare: erano ben 18 quelli ufficiali più l'orbitante Hubble. Di certo c'è che il Centauro ha colpito il bersaglio e che quello che l'occhio non ha potuto vedere è stato catturato invece dagli strumenti più sofisticati. Il Gemini North Observatory e il telescopio di Mauna kea, nelle isole Hawaii, hanno osservato la colonna di detriti con la vista spettroscopica, mentre Diane Wodden, membro del team di Lcross che era appostata dietro un telescopio di undici metri nel Pacifico in cerca di tracce d'aqua sulla Luna, ha confermato l'impatto e si è detta ottimista senza però voler anticipare il responso.

Aspettando l'acqua
La missione che per giorni ha concentrato sull'attività spaziale un attenzione che non si vedeva da tempo, deve ancora dunque darci la risposta più importante. Ci sono davvero tracce d'acqua sulla Luna? Nelle prossime gli scienziati dell'Ames center lavoreranno sulla montagna di dati raccolti nei minuti cruciali e poi saranno chiamati ad esprimersi. Intanto, l'amministratore della Nasa Charles Bolden che ha seguito passo dopo passo la missione, ha detto che un responso positivo sarebbe "una notizia straordinariamente buona", una notizia così buona da poter riportare entro pochi anni una missione umana sulla Luna.

9 ottobre 2009
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